Le crostole, un dolce tipico locale fatto di farina, uova, zucchero, olio e miele, diventa occasione per trasformare le nozze di due giovani in un evento che coinvolge tutto il paese. Per la condivisione degli ingredienti, del lavoro di impasto, per la distribuzione del “complimento” da parte delle ragazze nubili che ancora aspettano di trovar marito.
L’amore a Castelmezzano custodisce un sapore di miele. Un gusto unico di festa condivisa. Un aroma che proviene dalla dolcezza delle “crostole”.
Si tratta di un’antica tradizione nuziale che coinvolge non solo le famiglie dei promessi, ma l’intera comunità.
Parenti e invitati portano, in casa degli sposi, gli ingredienti necessari: farina, uova, zucchero, olio, miele.
Quindici giorni prima della celebrazione del matrimonio, la famiglia dello sposo, insieme alle amiche di famiglia, si impegnano nella preparazione di questo dolce squisito. Rompono centinaia di uova e aggiungono la farina necessaria a ottenere un impasto omogeneo. Stendono l’impasto con il matterello sui “tumpagni” fino a ottenere una sfoglia circolare e sottile. Ritagliano quindi le sfoglie con una rotellina dentellata per ottenere lingue di pasta che pinzettano con la punta del pollice e dell’indice. La lingua di pasta viene avvolta su sé stessa in modo circolare e poi viene fritta nell’olio di oliva ben caldo. La “crostol’” viene infine guarnita con miele spalmato con un rametto di origano fresco.
Il dolce (‘u cumpl’mend’) viene poi distribuito dalle ragazze nubili, amiche della sposa, ai parenti della famiglia di lei.
Sette giorni prima delle nozze, un analogo percorso riguarderà la famiglia della sposa. Con le ragazze nubili che distribuiranno il dolce agli invitati di lui.
La preparazione e il dono delle “crostole” costituiscono un rito propiziatorio doppio: rito di fertilità per i giovani che si preparano alle nozze, ma anche un atto beneaugurale affinché, le ragazze che offrono questo dolce squisito, presto possano trovare presto amore e marito.